Anche se gli stress test hanno dato qualche valutazione positiva sulla tenuta del sistema bancario italiano e internazionale, secondo la maggior parte degli analisti i maggiori rischi sul contesto finanziario globale potrebbero arrivare ancora da un ulteriore deterioramento del contesto bancario e soprattutto dall’accentuarsi dei timori per una nuova ondata di ricapitalizzazioni del sistema bancario europeo, sebbene gli osservatori ritengano come le posizioni più a rischio possano essere gestite tramite soluzioni di mercato con l’obiettivo di non creare un pericoloso effetto domino sull’intero sistema creditizio e innescare ondate di vendite ingiustificate, a favore di una mera speculazione di mercato.

In particolare, sarà molto importante cercare di comprendere in che modo potrà essere gestita la procedura di snellimento dei bilanci dall’elevato stock di sofferenze lorde e soprattutto a quali prezzi verranno ceduti i pacchetti di NPL: per quanto concerne il contesto italiano, è possibile che i prezzi di cessione delle sofferenze si aggirino intorno al 30% del valore nominale, al di sopra di quanto valutato dal mercato con le precedenti esperienze (circa 20%).

Se così fosse, è chiaro che il nuovo contesto in formazione si contraddistinguerebbe per una evidente riduzione dell’esigenza di nuovo capitale, dal momento che il tasso medio di copertura, attraverso accantonamenti di bilancio già effettuati, si aggirava per le banche italiane intorno al 45% a fine 2015.

Tornando agli stress test accennati, quelli condotti dall’EBA hanno evidenziato una struttura patrimoniale in miglioramento rispetto alle precedenti indagini del 2014: il coefficiente CET1 medio ponderato europeo a fine 2015, punto di partenza dell’indagine, risulta pari al 13,2%, in aumento di 200pb rispetto a quello emerso nell’edizione del 2014. Alla fine del triennio 2015-18 il CET1 medio ponderato in ipotesi di scenario avverso si posiziona al 9,4%.