La società occidentale – e non solo essa – si muove sempre di più verso un’epoca cashless, in cui le transazioni finanziarie sono scollegate dal denaro. Tuttavia, il crescente ricorso a sistemi di pagamento elettronici e carte di credito non sta certamente a significare che il settore ne stia guadagnando in sicurezza, visto e considerato che il rischio frode continuare a crescere costantemente.

Stando a quanto afferma un recente dossier Verizon, ad esempio, solamente negli Stati Uniti d’America, nel 2016, sono stati stimati furti per 4 miliardi di dollari. Colpa delle distrazioni degli utenti, certo, ma anche del fatto che non tutte le aziende sono conformi agli standard PCI DSS, quel gruppo di standard di sicurezza che sono essenziali per poter garantire le migliori difese ai sistemi di pagamento, dalle violazioni e dai furti dei dati dei titolari.

In tal proposito, secondo Verizon nel corso del 2016 solamente il 55,4 per cento delle organizzazioni assunte in considerazione avrebbe superato l’esame di tali requisiti, contro il 48,4 per cento del 2015, e contro l’11,1 per cento del 2012. Confortanti passi in avanti, dunque, ma comunque ad oggi emerge che quasi la metà dei retailer, dei ristoratori, degli hotel e di tutte le altre attività che basano gran parte dei loro business su forme di pagamenti con carta di credito, risultano essere in difficoltà nel rispettare gli standard minimi di sicurezza, mettendo a rischio i dati degli utenti. Tra i settori più virtuosi bene quello IT, mentre tra le maglie nere ci sono gli hotel.

Estendendo l’analisi a livello globale, Verizon sostiene come più della metà delle organizzazioni IT analizzate (il 61,3 per cento) abbia raggiunto un’adesione completa ai criteri, seguito dal 59,1 per cento delle organizzazioni dei servizi finanziari e, quindi, dal 50 per cento del retail.