Ansia, uno studio ci rivela come agisce sul cervello

L’ansia è, si sa, una sensazione piuttosto comune. La maggior parte di noi, in un momento o nell’altro, si è sentita preoccupata per i risultati futuri, siano essi risultati di esami, esigenze finanziarie o obiettivi legati al lavoro. Ma quando questi sentimenti sono duraturi e non riguardano solo una preoccupazione specifica, l’ansia può diventare una condizione a lungo termine.

Ebbene, anche se ha origine nel cervello, l’ansia può infatti essere di natura fisica, con conseguente palpitazioni, mal di testa, vertigini e dolori di stomaco.

Di conseguenza, i ricercatori stanno attivamente cercando di capire come appare l’ansia nel cervello in modo da poter sviluppare metodi migliori di diagnosi e trattamento.

In un nuovo studio, i ricercatori dell’Università di Trento in Italia hanno analizzato il cervello di 42 persone con diversi tipi di ansia, trovando differenze misurabili nell’anatomia del cervello e nell’attività tra persone con forme temporanee e croniche della malattia. I loro risultati, che potrebbero informare la pratica clinica, appaiono sulla rivista Nature Scientific Reports.

I ricercatori notano innanzitutto che è possibile concettualizzare le diverse forme di ansia – evento-specifica vs. cronica – come ansia di stato e di tratto. L’ansia di stato descrive l’ansia a breve termine, mentre il tratto ansioso descrive una forma più persistente di preoccupazione.

L’autore senior dello studio, il dottor Nicola De Pisapia, spiega: che l’ansia di stato è una condizione temporanea, mentre l’ansia caratteristica è di solito una caratteristica stabile di una persona. In altre parole, le persone possono pensare all’ansia da tratto come a un tratto di personalità di un individuo.

Sebbene le differenze nell’esperienza di queste due forme di ansia siano ben descritte, il loro aspetto nel cervello è più che altro un mistero.

Insieme al suo team, De Pisapia è uno dei primi a indagare a fondo, utilizzando la risonanza magnetica, che può fornire immagini del cervello nei soggetti svegli. I ricercatori hanno eseguito scansioni cerebrali strutturali e funzionali di 42 persone con ansia di stato o di tratto. Hanno così valutato il tipo di ansia che ogni persona ha avuto usando un test psicometrico che chiede ai partecipanti di valutare se stessi su varie affermazioni, come “mi sento calmo”, “sono preoccupato” e “mi preoccupo troppo per qualcosa che non ha davvero importanza”.

I ricercatori hanno identificato differenze anatomiche permanenti nel cervello di persone con ansia da tratto, in particolare nelle aree associate alla regolazione delle emozioni, come la corteccia cingolata anteriore, e sostengono che queste differenze anatomiche potrebbero essere alla base dei pensieri negativi ripetitivi che le persone con ansia da tratto sperimentano.

Al contrario, hanno scoperto che le persone con ansia di stato hanno avuto differenze funzionali nel loro cervello, che sono cambiamenti temporanei nell’attività cerebrale.

Molti di questi cambiamenti sono legati alla rete di modalità predefinita, una rete di regioni cerebrali che è attiva quando la mente è a riposo e vaga – per esempio, quando una persona sta pensando a se stessa o agli altri, ricordando il passato, o pianificando il futuro. L’iperattività della rete in modalità predefinita è associata a ruminazione ed eccessiva preoccupazione, mentre la ricerca ha dimostrato che attività come la meditazione calmano la rete.

Posted on by Eleonora De Giorgio in Salute

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