Il petrolio è una delle materie prime maggiormente “attrattive” agli occhi dei clienti, che in maniera spot o tramite strumenti derivati, cercano di “indovinare” le sue evoluzioni al rialzo o al ribasso. Logico, pertanto, domandarsi che fine farà il prezzo del petrolio nei prossimi anni, nella speranza di poter anticipare qualche trend.

Per quanto concerne dunque le quotazioni di questa materia prima, al di là delle flessioni degli ultimi giorni, sembra che il tanto atteso ribilanciamento sia finalmente in corso, aiutato da inattese interruzioni all’offerta (Canada e non solo) e da una richiesta globale più brillante di quanto previsto sino a pochi mesi fa (anche se nuove previsioni sono piuttosto contrastanti in tema).

L’impressione è che il processo di ribilanciamento del greggio potrebbe subire un marcato rallentamento, e il mercato potrebbe raggiungere il punto di pareggio e di equilibrio molto dopo rispetto a quanto previsto qualche mese fa, nell’ipotesi in cui l’offerta dovesse crescere più velocemente delle attese, complici i prezzi relativamente alti.

Sempre in ambito commodity, al momento, i metalli preziosi hanno beneficiato di una robusta domanda di beni rifugio per una serie di preoccupazioni economiche e politiche, culminate con la profonda incertezza originata dal referendum inglese. Di contro, i metalli industriali hanno sofferto una più significativa avversione al rischio e una nuova incertezza sulle stime di crescita mondiale. Più sul breve termine, è dunque possibile una correzione più marcata per quei metalli che hanno registrato le migliori prestazioni da inizio anno, guidata da presa di profitto.