Cos’è l’indice dei prezzi al consumo

L’indice dei prezzi al consumo (CPI) riflette l’aumento del costo della vita, o inflazione. Il CPI è calcolato misurando i costi di beni e servizi essenziali, compresi i veicoli, le cure mediche, i servizi professionali, l’alloggio, l’abbigliamento, il trasporto e l’elettronica. L’inflazione è quindi determinata dall’aumento medio del costo del paniere totale di beni in un periodo di tempo.

Ma come interpretare questo dato?

In linea di massima, un alto tasso d’inflazione può erodere il valore dell’euro più rapidamente di quanto il reddito del consumatore medio possa compensare. Questo, quindi, diminuisce il potere d’acquisto dei consumatori, e lo standard di vita medio diminuisce di conseguenza. Inoltre, l’inflazione può influenzare altri fattori, come la crescita del lavoro, e può portare a una diminuzione del tasso di occupazione e del PIL.

Tuttavia, l’inflazione non è del tutto negativa, specialmente se è in linea con i cambiamenti nel reddito medio del consumatore. Alcuni benefici chiave di livelli moderati di inflazione includono ad esempio il fatto che incoraggia la spesa e gli investimenti, il che può aiutare a far crescere l’economia (altrimenti, il valore del denaro tenuto in contanti sarebbe semplicemente corroso dall’inflazione), che mantiene i tassi d’interesse a un livello moderatamente alto (il che incoraggia le persone a investire il loro denaro e a fornire prestiti alle piccole imprese e agli imprenditori) e che non è deflazione, che può portare ad una depressione economica.

La deflazione è infatti una condizione in cui il costo della vita diminuisce. Anche se questa sembra una buona cosa, è un indicatore che l’economia è in pessima forma. La deflazione si verifica quando i consumatori decidono di tagliare le spese ed è spesso causata da una riduzione dell’offerta di denaro. Questo costringe i rivenditori ad abbassare i loro prezzi per soddisfare una minore domanda. Ma quando i dettaglianti abbassano i loro prezzi, i loro profitti si riducono considerevolmente. Dato che non hanno così tanti soldi per pagare i loro dipendenti, creditori e fornitori, devono tagliare i salari, licenziare i dipendenti o non pagare i prestiti. Questi problemi fanno sì che l’offerta di denaro si contragga ulteriormente, il che porta a livelli più alti di deflazione e crea un circolo vizioso che può sfociare in una depressione economica.

Posted on by Eleonora De Giorgio in Finanza

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