Dati personali, gli smartphone ci fanno diventare meno prudenti

I ricercatori della University of Pennsylvania hanno pubblicato un nuovo articolo sul Journal of Marketing che spiega che il dispositivo che le persone utilizzano per comunicare può influenzare la misura in cui sono disposte a rivelare informazioni personali o intime su se stesse.

Lo studio di prossima pubblicazione sul Journal of Marketing si intitola “Full Disclosure: How Smartphones Enhance Consumer Self-disclosure”, scritto da Shiri Melumad e Robert Meyer, afferma che gli smartphone alterano ciò che le persone sono disposte a rivelare di sé agli altri.

La ricerca indica che le persone sono più disposte a rivelare informazioni personali su se stesse online usando il proprio smartphone rispetto ai computer desktop. Ad esempio, i tweet e le recensioni su smartphone hanno più probabilità di essere scritte dal punto di vista della prima persona, di rivelare emozioni negative e di discutere della famiglia privata e degli amici personali dello scrittore. Allo stesso modo, quando i consumatori ricevono un annuncio online che richiede informazioni personali (come il numero di telefono e il reddito), sono più propensi a fornirle quando la richiesta viene ricevuta sul loro smartphone rispetto al computer desktop o portatile.

Ma perché gli smartphone hanno questo effetto sul comportamento? Melumad spiega che “scrivere sul proprio smartphone spesso abbassa le barriere alla rivelazione di alcuni tipi di informazioni sensibili per due motivi: uno derivante dalle caratteristiche uniche della forma dei telefoni e l’altro dalle associazioni emotive che i consumatori tendono a tenere con il loro dispositivo”. In primo luogo, una delle caratteristiche più distintive dei telefoni è la dimensione ridotta, che rende la visualizzazione e la creazione di contenuti in genere più difficile rispetto ai computer desktop. A causa di questa difficoltà, quando si scrive o si risponde su uno smartphone, una persona tende a concentrarsi strettamente sul completamento del compito e a diventare meno consapevole dei fattori esterni che normalmente inibiscono l’autodenuncia, come le preoccupazioni su ciò che gli altri farebbero con le informazioni. Gli utenti di smartphone conoscono bene questo effetto – quando usano il telefono in luoghi pubblici, spesso si fissano così intensamente sul suo contenuto da diventare ignari di ciò che accade intorno a loro.

La seconda ragione per cui le persone tendono ad essere meno prudenti sul proprio telefono risiede nella sensazione di comodità e familiarità che le persone associano al loro telefono. Melumad aggiunge: “Poiché i nostri smartphone sono sempre con noi e svolgono così tante funzioni vitali nella nostra vita, spesso servono come ‘ciuccioli per adulti’ che portano sentimenti di conforto ai loro proprietari”. L’effetto a valle di questi sentimenti si manifesta quando le persone sono più disposte a rivelare i propri sentimenti a un amico intimo rispetto a uno sconosciuto o ad aprirsi a un terapeuta in un ambiente confortevole piuttosto che scomodo. Come dice Meyer, “Allo stesso modo, quando scriviamo sul nostro telefono, tendiamo a sentire di essere in una ‘zona sicura’ confortevole. Di conseguenza, siamo più disposti ad aprirci a noi stessi”.

I dati a sostegno di queste idee sono molto ampi e comprendono l’analisi di migliaia di post sui social media e recensioni online, risposte ad annunci sul web e studi di laboratorio controllati. Ad esempio, le prove iniziali provengono da analisi della profondità dell’auto-disclosure rivelate in 369.161 Tweets e 10.185 recensioni di ristoranti pubblicate su TripAdvisor.com, alcune pubblicate su PC e altre su smartphone. Utilizzando sia strumenti automatizzati di elaborazione in linguaggio naturale che giudizi umani di auto-disclosure, i ricercatori hanno trovato prove solide che i contenuti generati dagli smartphone sono effettivamente più auto-disclosing. Forse ancora più convincente è la prova di un’analisi di 19.962 annunci web “call to action”, in cui si chiede ai consumatori di fornire informazioni private.

I risultati hanno implicazioni chiare e significative per le aziende e i consumatori. Uno è che se un’azienda desidera comprendere meglio le reali preferenze e le esigenze dei consumatori, può ottenere una migliore comprensione tracciando ciò che dicono e fanno sui loro smartphone piuttosto che sui loro desktop. Allo stesso modo, poiché un maggior numero di contenuti autodenunciati è spesso percepito come più onesto, le aziende potrebbero incoraggiare i consumatori a pubblicare recensioni dai loro dispositivi personali. Ma qui sta una potenziale cautela per i consumatori – questi risultati suggeriscono che il dispositivo che le persone usano per comunicare può influenzare ciò che comunicano. Questo dovrebbe essere tenuto a mente quando si pensa al dispositivo che si usa quando si interagisce con le aziende e con gli altri.

Posted on by Eleonora De Giorgio in Smartphone

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