L’olio extravergine d’oliva italiano ha una storia millenaria

bread-4957679_1920L’olio extravergine d’oliva italiano ha una storia millenaria che oggi vorremmo provare a riassumere in questo piccolo approfondimento. Si tratta di un prodotto pregiato, utilizzato quotidianamente nelle nostre cucine e che vale un mercato molto florido in termini di esportazioni all’estero come quello che puoi trovare su www.agricolalocci.it. Vediamo quindi qualche curiosità sulla sua storia e sulle origini di questo condimento così pregiato.

Dalle origini al Codice di Hammurabi

Le origini dell’olio extravergine d’oliva risalgono addirittura al 4000 a.C. e le prime testimonianze della sua produzione provengono dall’India, dall’Armenia e dalla Palestina. A quei tempi era utilizzato come speciale unguento per la pelle o per alimentare le lampade. Si ha testimonianza anche del fatto che fosse usato come olio medicinale. Più tardi, circa duemila anni dopo, l’olio era ancora protagonista delle civiltà antiche che abitavano il pianeta. Difatti la civiltà babilonese ci ha mostrato le tracce della presenza dell’olio di oliva a partire dal Codice di Hammurabi in cui sono riportate le regolamentazioni per la sua produzione e commercializzazione. L’olio d’oliva arrivò “dalle nostre parti”, verso occidente, solo con il contributo dei Greci a partire dal sud dell’Italia.

Il contributo degli antichi romani

Furono poi gli antichi romani a diffondere e divulgare l’olio d’oliva in ogni parte del loro gigante impero. Essi diffusero le tecniche di produzione e coltivazione della pianta e imposero persino il pagamento dei tributi per chi lo commercializzava. È grazie ai romani che la coltivazione delle piante di olivo si diffuse in tutto il nord Europa e che fu possibile diffondere anche le tecniche di produzione che via via si andarono raffinando. Difatti i Romani furono i primi a classificare gli oli prodotti rispetto alla varietà di pianta e di spremitura. Purtroppo con la caduta dell’Impero Romano la coltivazione di olive cadde in disuso e per molti secoli gli olivi vennero quasi dimenticati.

Tra Medioevo e Rinascimento

La storia dell’olio d’oliva riprese a pieno ritmo durante gli anni bui del Medioevo per poi ritrovare piena luce durante il Rinascimento. Praticamente furono avviate attività di risanazione di terreni abbandonati o impiegati per le produzioni di cereali e vennero riconvertiti in coltivazioni di ulivo. La borghesia seppe intravedere nell’olio d’oliva un commercio interessante e fiorente e fu per questo che in Italia si avviò un mercato così energico da divenire il primo al mondo per produzioni e vendita già solo nel 1400. È in questo periodo che le persone iniziano a cambiare stile alimentare preferendo l’olio d’oliva al burro e agli altri grassi. Quindi la crescita florida proseguì anche durante il Rinascimento, un periodo in cui i conventi si presero cura di queste coltivazioni, approfondendone le tecniche e le migliorie di produzione.

L’avvio della produzione di pregio esportata in tutto il mondo

Successivamente l’ulivo venne studiato e catalogato con classificazioni precise e accurate sulle provenienze geografiche e sulle principali peculiarità. L’olio d’oliva iniziò quindi un percorso di diffusione in Europa diventando un prodotto italiano di eccellenza e contribuendo a creare un mercato solido e florido. Durante il 1700 alcune regioni italiane cominciano a specializzarsi alla vocazione olivicola, gettando le basi per la commercializzazione con l’America che avvenne nella seconda metà del Novecento, in pieno boom economico.

Posted on by andrea in Consigli utili

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