Stando a quanto si evince dalla pubblicazione degli ultimi dati statistici sui PMI europei, l’indice manifatturiero per quanto attiene la zona euro ha subito un buon miglioramento a 56,2 punti, contro i precedenti 55,4 punti, grazie principalmente al discreto recupero di domanda e alle scorte di semilavorati. Più nel dettaglio, l’indice PMI servizi per la zona euro è poi riuscito ad avanzare di un punto a 56,5 punti.

L’accelerazione dell’attività economica sta spingendo l’occupazione sia nel settore manifatturiero (indice occupazionale PMI a 55,1 punti contro precedenti 54,3 punti) che nei servizi (indice PMI a 54,8 punti da precedenti 53,5 punti). Sulla base di tali dati, pertanto, gli analisti sono riusciti a confermare le proprie previsioni sulla crescita dell’occupazione di 1,4 punti percentuali per quanto concerne l’anno in corso e di disoccupazione in calo al di sotto del 9 per cento, contro l’attuale media del 9,6 per cento.

Naturalmente, quanto sopra dovrà poi essere calato sulle prospettive correlate. In particolar modo, rimarrà da comprendere se la diminuzione della disoccupazione riuscirà a tradursi in una crescita più decisa dei salari e degli stipendi rispetto al 2016. Intanto le attese di prezzo delle imprese sono tornate sui massimi da inizio 2011 a questa parte, e indicano chiaramente che la deflazione è archiviata, probabilmente in maniera definitiva in relazione all’attuale ciclo economico. Anche in questo caso, il futuro potrebbe comunque riservare numerosi margini di interpretazione, considerato che rimane da verificare quando l’inflazione core muoverà in modo più deciso verso l’alto.

Ricordiamo infine che contemporanei sono stati i dati relativi all’indice PMI Composito, che è salito nello stesso periodo a 56,7 punti contro il dato precedente di 56 punti e contro attese di calo da parte dei principali analisti finanziari, che attendevano una flessione dopo i precedenti buoni incrementi.