Millennials autonomi solamente a 40 anni

Stando a quanto riferisce una recente analisi condotta dalla fondazione Bruno Visentini, i giovani millennials dovranno faticare molto di più per divenire autonomi. La fondazione ricorda infatti che se un giovane nel 2004 aveva impiegato 10 anni per costruirsi una vita autonoma, nel 2020 ne impiegherà 18, e nel 2030 addirittura 28: in altri termini, il giovane del 2020 diverrà autonomo solamente a 40 anni, mentre il giovane del 2030 lo diverrà a 50 anni.

In altre parole ancora, l’interessante osservazione sembra proiettare la stima dell’indice di autonomia (calcolato sulla base dell’integrazione di una serie di indicatori) in maniera tale che sia in grado di generare un divario a poco meno del doppio al 2020 e al triplo nel 2030, in assenza di interventi correttivi. Secondo quanto si legge nella ricerca, “maggiori responsabili di questo peggioramento sono l’immobilismo della ricchezza in capo ai baby Boomers, le difficoltà di accesso all’abitazione propria, e il tasso di disoccupazione”.

Le brutte notizie non finiscono qui, perchè in termini concorrenziali l’Italia occupa la penultima posizione nell’indice europeo di equità intergenerazionale, collocandosi davanti solamente alla Grecia. A peggiorare ancora il fenomeno è il fatto che i Neet costano caro al nostro Paese: i giovani che non cercano un lavoro, non frequentano una scuola né un corso di formazione stando ai dati Eurofound hanno un costo di 14 mila euro annui per l’Italia per singolo Neet, con un valore complessivo di 32,6 miliardi di euro nel 2016, circa il 2,30 per cento del Pil nazionale (che è in altri termini impiegato ogni anno per poter mantenere il costo sociale ed economico dei Neet).

Gli autori della ricerca sottolineano infine come nel nostro Paese “a pesare è soprattutto il costo delle risorsenon sfruttate” e non tanto le spese sostenute dallo Stato”. Per questo motivo la fondazione ha avanzato la proposta di un patto tra generazioni, che possa coinvolgere 2 milioni di pensionati, con intervento progressivo rispetto sia alla capacità contributiva sia ai contributi versati, chiamati a sostenere lo sviluppo di altrettanti Neet, attraverso incentivi fiscali e la creazione di un adeguato Fondo di solidarietà per le politiche giovanili – ricorda il quotidiano Il Sole 24 Ore.

Altro tema centrale è un intervento sistematico per porre la questione giovanile, con l’introduzione di una nuova legge quadro sulla questione giovanile.

Posted on by Eleonora De Giorgio in Lavoro

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