La paura delle bambole è molto più frequente di quanto si possa immaginare ma… non tutti sanno per quale motivo si possa soffrire di tale fobia. La risposta è però abbastanza semplice: si soffre della paura delle bambole per l’inquietudine scatenata dalle loro sembianze umane, che ci ricordano in buona parte quelle dei nostri simili. E quindi?

Quindi, sinteticamente, il cervello va in confusione: il nostro cervello sente infatti un impulso a identificarci con questo “oggetto” che sembra essere così simile a noi, ma nello stesso tempo il cervello avverte che in questi oggetti c’è qualcosa di innaturale, che ci respinge.

A sostenerlo è una recente analisi condotta dai ricercatori del Knox College (Usa), con un sondaggio realizzato su un campione di 1.341 persone. La conclusione? L’ambiguità delle bambole – per le caratteristiche di cui sopra – può impedire al cervello di classificarle immediatamente, per cui si ha la sensazione di avere di fronte una potenziale minaccia di fronte a sé, con conseguente “fuga” da esse.

Peraltro, proprio  per questo motivo in diversi film dell’orrore le bambole sono state rappresentate come esseri diabolici, ovvero come figure vuote di emozioni che possono facilmente incarnare il “male”. In modo simile, sostiene un’altra ricerca, anche i robot possono mettere a disagio. A ricordarcelo è in questo caso lo studioso di robotica giapponese Masahiro Mori, cche ha tracciato un grafico dell’empatia verso gli automi: ebbene, nel grafico si vede piuttosto chiaramente come l’empatia cresca man mano che vengono resi più realistici i robot, ma poi cala improvvisamente se sono troppo simili agli umani.

Sempre secondo lo studioso di robotica, questo crollo dell’empatia è chiamato “valle perturbante”, ovvero l’insorgenza di un sentimento di repulsione verso qualcosa che ci appare familiare ed estraneo allo stesso tempo. Un po’ come avviene con le bambole, di cui abbiamo parlato in apertura di questo post.