Principali cultivar dell’olio di sicilia

olio siciliaL’olio è un prodotto alimentare che viene ricavato dall’ulivo, certo, ma forse non tutti sanno che in realtà esistono molte varietà di questa pianta: i cosiddetti cultivar (termine che deriva dalla fusione delle parole inglesi cultivaed variety). Ad oggi i principali cultivar di olio siciliano sono i seguenti.

L’Aitana è una cultivar poco presente tanto in Sicilia quanto nel resto d’Italia: nell’isola siciliana, l’oliva Aitana la si usa prevalentemente per la produzione di olio extravegine, ma può anche essere consumata così come è senza necessariamente venire trasformata in olio. Chi ama invece un sapore un po’ meno acido e più raffinato, la Biancolilla è probabilmente la varietà prediletta ed ad oggi presente nell’area ovest e nelle zone centro-orientali della Sicilia, laddove cresce anche il Brandofino, una varietà autoctona che si contraddistingue per un sapore vagamente speziato e che ormai può essere trovata in vendita sia nelle sembianze di olio extravergine sia sotto forma di miscele pregiate di olio d’oliva.

Il Bottone di Gallo è una cultivar monouso, ossia prodotta interamente per venire trasformata in olio extravergine di oliva e considerata come una varietà poco diffusa (anche per questo l’olio che viene ricavato al Bottone di Gallo è decisamente più pregiato rispetto ad altre tipologie).

Una delle cultivar senz’altro più diffuse in Sicilia è però la Cerasuola, rinvenibile senza particolari difficoltà in tutta la regione e produttrice di olive che non vengono consumate a tavola ma direttamente utilizzate nella produzione di olio extravergine. Decisamente più rara – tanto da rischiare la scomparsa – è la cultivar Castriciana Rapparina originaria di Castroreale (Messina) ma reperibile anche nel palermitano, mentre l’Erbano è una varietà diffusa tra Palermo e Agrigento che dà vita ad olive capaci di garantire un’olio extravergina di ottima qualità, dal profilo gustativo e olfattivo pregiato, gradevole ed equilibrato.

Meno diffuse sono la Crastu che nasce principalmente sul versante messinese, la Citrale che oggi giorno è stata trascurata in seguito all’insorgere di malattie che ne hanno attaccato la specie, la Lumiaru che si trova solo tra Agrigento e Catania e che assicura un olio a bassa acidità, la Minuta che è quasi totalmente assente dalla Sicilia se non fosse per degli esemplari presenti nel versamte messinese e la Murtiddara che ad oggi è rara e negletta nonché utilizzata esclusivamente nella spremitura per la produzione di olio monovarietale.

Molto apprezzata per via della polpa dei suoi frutti che si possono consumare anche a tavola e celebre per via dell’olio di oliva di ottima qualità che è in grado di assicurare, la Nocellara del Bellice è una cultivar tipica del trapanese anche se la si può trovare senza difficoltà tra Palermo e Agrigento. Ma della Nocellara ne esistono almeno altri due tipi: c’è la Nocellara Etnea che come la prima si contraddistingue per via di una duplice attitudine e che riesce a resistere alla grande persino dinanzi agli agenti atmosferici più rigidi, e poi c’è il secondo tipo di Nocellara, ossia la Messinese. Quest’ultima è caratterizzata da una pezatura davvero grande e da un colore che guarda al violaceo non appena raggiunta la fase di maturazione: questa è un’oliva tanto da mensa quanto adatta per la produzione di olio, e facilmente rinvenibile in diverse aree della Sicilia tra cui Catania, Siracusa e Messina.

Una cultivar piuttosto famosa anche in altre zone d’Italia è il Verdello, specie rara che si concentra intorno al messinese ma che piace per via della sua bassa acidità. La Vaddarica è invece un fiore all’occhiello delle produzioni siciliane: presente sulle coste che vanno da Palermo a Messina, questa varietà è negletta e poco presente in altre aree della regione, ma i suoi frutti permettono di ottenere un olio extravergine dai tipici sapori siciliani e dal basso contenuto di acidità.

Posted on by andrea in Mangiare sano

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