Gli spuntini fanno bene o fanno male? La risposta è naturalmente la prima. Anche se, in fin dei conti, la differenza è legata a cosa si mangia nello spuntino.
Al di là di ciò, è sempre bene ricordare che per mantenere costanti i livelli di zuccheri nel sangue, e controllare l’appetito, è importante distribuire l’apporto calorico della giornata in tre pasti principali e due spuntini. Se la ricerca di cibo fuori da colazione, pranzo e cena non risponde, però, a un vero bisogno fisico, potrebbe trattarsi di fame nervosa, che scatta comunemente quando si è stressati, annoiati o arrabbiati. Sensazioni che si cerca di annacquare attraverso il ricorso a prodotti troppo dolci, ricchi di grassi e sale.
Pertanto, se è la mente a spingere l’assunzione, meglio puntare su alimenti (come le banane, lo yogurt e la frutta secca) ricchi di triptofano: un aminoacido coinvolto nella produzione della serotonina, l’“ormone del buonumore”, che regola anche il senso di fame e sazietà.
Ricordate inoltre che buona regola vuole che uno spuntino fornisca circa il 5-7 per cento delle energie che si assumono durante una giornata. È chiaro altresì che l’apporto ideale di calorie può variare in base al tipo di dieta seguita (da 85-120 per un menu da 1700 a 125-175 in un regime da 2500). L’importante è che lo snack scelto sia in grado di far recuperare le energie spese, apportando importanti elementi nutritivi al proprio corpo, ed evitando pertanto di ingerire sostanze nocive.