La settimana post–elezioni USA è particolarmente ricca di novità e di dati in uscita. Cominciamo da quelli europei, ricordando come a margine dei dati sul PIL del terzo trimestre, l’indice di fiducia ZEW tedesco dovrebbe segnare nuovi progressi in novembre. La stima finale per l’inflazione di ottobre dovrebbe confermare l’accelerazione a 0,5 per cento su base annua come da stima flash, mentre è visto stabile (a 0,8 per cento) il dato core.
Per l’Italia, è in uscita la stima finale che conferma il CPI in deflazione a -0,1 per cento anno su anno in ottobre mentre le attese per il dato flash sul PIL indicano un’accelerazione a +0,2 per cento trimestre su trimestre nel terzo periodo dell’anno.
Per quanto invece riguarda gli Stati Uniti, ha preso il via una settimana densa di dati, con le pubblicazioni che si aprono con le vendite al dettaglio, attese in crescita costante ad ottobre. Le prime indagini del manifatturiero di novembre dovrebbero confermare stabilizzazione o modesta espansione dell’attività, mentre la prodizione industriale è vista in accelerazione a ottobre. Gli indici di prezzo (CPI e PPI) dovrebbero registrare aumenti della componente energetica mentre gli indici core dovrebbero essere in linea con la media recente. Dai numerosi discorsi di membri della Fed dovrebbe emergere un quadro di opinioni variegate ma comunque coerente con un rialzo dei tassi a dicembre, che dunque rimane lo scenario principale.
Riteniamo pertanto di confermare la view secondo la quale nella riunione di dicembre avrà finalmente luogo un incremento dei tassi di 25 punti base, che inaugurerà una fase attendista che dipenderà anche dall’evoluzione della politica fiscale della nuova amministrazione di Donald Trump. Dunque, posizione di massima cautela post-dicembre, nell’attesa di saperne di più sul nuovo corso dell’amministrazione a stelle e strisce…