La notizia non ha avuto grandissimo risalto, ma nella notte tra il 27 e il 28 agosto scorso, un osservatorio amatoriale del Brasile è riuscito a scoprire che un asteroide dal nome in codice di 2016Q2A ha quasi fiorato la terra. Un oggetto dal diametro di circa trenta metri, che è passato quasi inosservato agli occhi degli scienziati, non fosse stato per l’attenta evidenzia di un osservatorio non professionale del Sud America e del suo telescopio SoNEAR.
Naturalmente, quando si parla di “sfiorare” la Terra, bisogna pur sempre tenere in considerazione le grandi distanze che separano il nostro Pianeta dal resto dell’Universo: l’asteroide è infatti passato a 85 mila chilometri da noi. Non proprio un evento rischiosissimo per la nostra incolumità, ma pur sempre l’oggetto con l’incontro più ravvicinato, per queste dimensioni, degli ultimi anni.
Ignoto sarebbe inoltre stato il suo destino nel caso in cui l’asteroide fosse entrato nell’atmosfera terrestre: è infatti probabile che l’oggetto avrebbe perso buona parte della sua grandezza, sbriciolandosi in diversi pezzi (molto dipende comunque dal livello di inclinazione dell’ingresso in atmosfera e dalla composizione dell’asteroide). In ogni caso, si tratta di un evento da ricordare, sottolineando – come alcuni critici hanno già avuto modo di fare – come la scoperta dell’evento non sia stata ricondotta a un osservatorio “ufficiale” ma a una struttura amatoriale, che opera tuttavia del tracciamento e dell’identificazione dei piccoli asteroidi, che forse sfuggono ad altri strumenti che puntano diversi altri oggetti.