Aumentano le infezioni negli ospedali

medical-563427_960_720Gli ospedali italiani sono dei luoghi sempre meno sicuri, almeno sotto il profilo della contrazione delle infezioni. Secondo quanto dichiarato dal professor Francesco Menichetti, direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive presso l’Ospedale di Pisa, le infezioni che vengono contratte dai pazienti in sede ospedaliera sarebbero cresciute mediamente del 10%.

Insomma, a causa di una minore attenzione nel contrastare i batteri nelle corsie degli ospedali, sarebbero fortemente cresciute le infezioni come la polmonite, che sono peraltro sempre più difficili da curare anche con i nuovi farmaci, a causa della nuova generazione di super batteri particolarmente resistenti.

La situazione è, dichiara il professore, particolarmente grave. E raggiunge dei picchi di incidenza pari al 20% all’interno dei reparti di terapia intensiva, dove le percentuali di possibilità di andare incontro alla contrazione di una polmonite batterica originata da Klebsiella Pneuomoniae sono addirittura doppi, e dove purtroppo il tasso di mortalità dei soggetti colpiti è già pari al 50%.

Ma quale potrebbe essere la soluzione per invertire la rotta? Secondo il professor Menichetti, la strada corretta passerebbe attraverso l’individuazione di nuovi sistemi per debellare i germi resistenti in ospedale, attraverso una strategia complessiva politica e tecnica, a totale coinvolgimento di ospedali e medici. Inoltre, bisogna riconsiderare l’uso degli antibiotici, da fruirsi correttamente e solo quando effettivamente necessario. Successivamente, bisogna limitare la diffusione dei germi resistenti in ospedale, andando a rinforzando le procedure di infection control e impedendo la diffusione del contagio. Insomma, bisogna investire – e tanto – affinchè le conseguenze non siano ancora più negative di quelle, d’emergenza, oggi riscontrabili.

Posted on by Eleonora De Giorgio in Salute

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