L’euro oggi è sempre più considerata una valuta rifugio, a seguito dell’azione svolta da Draghi e dalla BCE nel corso soprattutto degli ultimi due anni. Una rinascita della moneta unica quando soltanto nel 2011 sembrava essere a rischio di disgregazione.

Il numero uno della BCE sin dal  primo momento del suo incarico ha sempre sostenuto la moneta unica, nonostante la grave crisi dei debiti sovrani di Irlanda, Portogallo, Spagna e Grecia.

Draghi è riuscito ad avere la meglio nella sua azione, adottando misure di politica monetaria più accomodanti che hanno portato più volte in questi anni a tagliare i tassi di interesse,  operazioni di rifinanziamento delle banche e piani di salvataggio di paesi dell’area euro in difficoltà.

Nel contempo ha sempre sostenuto politiche fiscali che puntavano ad una continua riduzione dei livelli di indebitamento dei paesi, con un occhio particolare di riguardo nei confronti del deficit pubblico.

L’euro con il passare del tempo è divenuta una valuta solida e molto affidabile, una protezione della moneta che ha permesso anche di ridurre in breve tempo gli spread europei, a seguito di ingenti acquisti degli investitori stranieri alla ricerca di rendimenti elevati (per maggiori informazioni visita http://dollarocontroeuro.tumblr.com/).

A tal proposito lo spread Btp-Bund, da un livello di 575 punti base, è arrivato a scendere sotto i 160 punti, e sembra destinato a calare ancora.

Il futuro dell’euro è comunque ancora tutto da decidere, anche a seguito delle sempre più “pesanti”  misure di austerità imposte da Bruxelles, che ultimamente stanno provocando la nascita ed il rafforzamento di pericolosi sentimenti antieuro.

A cui bisogna aggiungere i rischi di deflazione, una moneta troppo forte rispetto ai fondamentali dell’economia Ue. Per adesso comunque si è scelta una politica di attesa, almeno per questo primo semestre 2014, ma non è da escludere, nella seconda parte dell’anno, l’adozione di nuovi e “forti” interventi della BCE.