Sappiamo tutti che ormai il business delle opzioni binarie si è ritagliato il suo piccolo spazio nel mondo del trading, ed è per questo che mese dopo mese, se non anche giorno dopo giorno, spuntano nuovi broker, se così possiamo chiamarli, spesso del tutto simili a tanti altri già presenti da un anno o due.

Il settore è in forte crescita, quindi è normale che società che lavorano già nel campo del credito, del trading e dell’intermediazione finanziaria, vogliano ritagliarsi la propria fetta di torta. Trattandosi di un prodotto nuovo e con margini di profitto ancora buoni, assisteremo dunque al proliferare di nuovi brokers, un po’ come accade con i funghi durante la notte.

A questo punto ci viene da chiederci: Ma tutta questa nuova concorrenza è un bene o un male per il cliente, cioè per noi che siamo alla ricerca di una società da utilizzare per i nostri scopi? Cerchiamo di capirlo assieme.

Per entrare nel settore servono capitali, quindi denaro sonante da investire per costruire la struttura, per impiegare e pagare il personale, (servono tecnici, programmatori, esperti di pubbliche relazioni, assistenti, staff per il supporto al cliente, esperti di trading), per l’acquisto o affitto del software, per la pubblicità, per il marketing online, e tante altre spese che è inutile menzionare.

Questo ci fa capire che una società che vuole offrire opzioni binarie, per offrire un servizio serio è professionale deve poter disporre di denaro, tanto denaro, oltre che dell’esperienza necessaria. Tra l’altro, grazie alla normativa europea, normativa che interessa anche l’Italia, per offrire servizi di investimento, quali sono le opzioni binarie, è necessario richiedere ed ottenere una apposita licenza dall’organismo di controllo e vigilanza del paese dove si costituisce la sede legale. La licenza ha un costo, costo che si deve aggiungere a quanto abbiamo già sopra menzionato.

Ragionando su questi termini, si potrebbe essere indotti a credere che siano pochi gli imprenditori in grado di dar vita ad una società di opzioni binarie. Purtroppo non è così, perché molte società non lavorano in regola. Costituiscono le loro sedi in paradisi fiscali, affittano il  software , rimangono in vita per un po’ di tempo, giusto quanto serve per fare dei buoni profitti, tutto a spese dei clienti, e poi spariscono nel nulla.

Società del genere sono impossibili da rintracciare, e quindi il trader perde il proprio capitale senza avere più la possibilità di recuperarlo. Come ovviare a questo problema? Molto semplice, utilizzando solo ed esclusivamente piattaforme per opzioni binarie di proprietà di società regolarmente autorizzate e regolamentate.

Come accennavamo, possedere una licenza costa parecchio, offrire servizi professionali anche, le società che possono permettersi di lavorare seriamente ed in maniera onesta sono veramente poche, ma basta affidarsi a queste per fare trading in tutta tranquillità, o quantomeno, protetti da appositi organi di vigilanza europea come la Consob, la FCA oppure la Cysec.

Le piattaforme di opzioni binarie regolamentate devono rispettare rigidi canoni di sicurezza, le società titolari, quelli che noi chiamiamo brokers, hanno l’obbligo di tenere i fondi della società separati da quelli dei clienti. Non possono fare investimenti rischiosi o con il denaro dei traders, devono garantire ogni cliente fino a 20 mila euro di capitale.

Tutte queste garanzie invece non sono e non possono essere offerte da brokers senza licenza. A dirla tutta, i primi brokers di opzioni binarie iniziarono senza alcuna licenza, questo perché ancora il mercato non era stato regolamentato. Alcuni di quei broker oggi non esistono più, mentre altri sono rimasti e continuano ad operare nel rispetto della legge. Tuttavia ci viene da domandarci: Se ormai il mercato offre la grande opportunità di scegliere tra tante piattaforme, perché utilizzare broker nati da poco, con sede in paesi sperduti, poco conosciuti e senza licenza?